carrello elettronicoPer “commercio elettronico” si intende “lo svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica" e comprende attività diverse quali:

la commercializzazione di beni o servizi per via elettronica, la distribuzione online di contenuti digitali, l’effettuazione per via elettronica di operazioni finanziarie e di borsa, appalti pubblici ed altre procedure di tipo transattivo delle Pubbliche Amministrazioni” [1].

Questa prima definizione attribuisce all’espressione “commercio elettronico” il più generico significato possibile. Infatti "commercio elettronico" è una espressione eclettica che in prima approssimazione definisce lo scambio di beni e di servizi attraverso una Rete telematica. Il problema di una tale definizione è quello di confondere il termine con quello più corretto di “electronic business”, che presenta un’accezione più vasta. Tuttavia non si può dire che vi sia concordanza di opinioni a riguardo[2].

Si deve operare una distinzione tra il commercio elettronico e l’insieme di tutte le attività e procedure necessarie affinché sia possibile intraprendere il medesimo minimizzando ogni rischio di insuccesso, attività che non si identifica con l’e-commerce pur essendo ad esso preposte.

La definizione riportata nella Comunicazione della Commissione Europea COM(97) 157, 15/04/97, è la seguente: “Il commercio elettronico consiste nello svolgimento di attività commerciali per via elettronica. Basato sull’elaborazione e la trasmissione di dati (tra cui testo, suoni e immagini video) per via elettronica, esso comprende attività disparate quali: commercializzazione di merci e servizi per via elettronica; distribuzione online di contenuti digitali; effettuazione per via elettronica di operazioni quali trasferimenti di fondi, compravendita di azioni, emissione di polizze di carico, vendite all’asta, progettazione e ingegneria in cooperazione; on line sourcing; appalti pubblici per via elettronica, vendita diretta al consumatore e servizi post-vendita. Il commercio elettronico comprende prodotti (ad es. prodotti di consumo, apparecchiature specialistiche per il settore sanitario), servizi (ad es. servizi di informazione, servizi giuridici e finanziari), attività di tipo tradizionale (ad es. l’assistenza sanitaria e l’istruzione) e di nuovo tipo (ad es. “centri commerciali virtuali”)”.

Si tratta di una definizione che esprime un’accezione moderatamente ampia del concetto di electronic commerce; il dibattito in questo caso verte su cosa comprendere nel concetto di transazione “per via elettronica”. Taluni vi fanno rientrare anche le vendite a distanza come quelle via televisione, tramite cataloghi su CD-ROM[3] e tramite posta/fax[4]. Ma non si può negare come sia stato lo strumento di Internet e il www[5] ad aver sviluppato il commercio elettronico[6]. Per questo motivo la definizione più rispondente a tale pensiero è quella che appare in OCDE/GD(97) 185[7] , dove si considera commercio elettronico “ogni transazione commerciale avente luogo su reti aperte, quale è la Rete Internet”.

In tal senso si esprime anche l’ISEC (Istituto per lo Sviluppo del Commercio Elettronico) secondo cui l’e-commerce è costituito da “ogni iniziativa di tipo commerciale che viene svolta utilizzando la Rete Internet”[8].

Analoga la proposta dell’Associazione Italiana Internet Providers: “Il commercio elettronico è l’attività di compravendita di beni e servizi svolta completamente o in parte attraverso la Rete”[9]. Il parere di chi scrive è quello di non poter limitare il commercio elettronico alle sole reti aperte quali Internet. Questa definizione deve riprendere tutto il commercio che avviene tramite il mezzo delle reti telematiche; nel caso cliente e negoziante stabilissero una connessione diretta per commerciare tramite i propri computer creando una rete "chiusa"[10] si potrebbero raggirare le definizioni più restrittive sopra riportate.

La seguente definizione contempera in modo efficace entrambi gli aspetti della diatriba: “Commercio elettronico costituisce il termine generale con il quale viene definito l’impiego di reti di computer Internet e non Internet per operare una crescente varietà di transazioni, dall’electronic data interchange […] ai sistemi di pagamento elettronico, alle carte di credito, e più recentemente alla vendita al consumatore di beni e servizi. Tuttavia, il termine viene sempre più identificato con il commercio attraverso Internet per due ragioni: la prima è costituita dal fatto che la diffusione, il tasso di sviluppo e la facilità di accesso ad Internet aprono immense, ancorché difficilmente valutabili, prospettive di mercato per le imprese grandi e piccole. La seconda è costituita dalla convenienza economica a impiegare la Rete da parte delle numerose imprese che da tempo utilizzano sistemi di commercio elettronico quali EDI, EFT e altri”[11].

NOTE

[1] Come definito a pag. 10 del documento “Linee di politica industriale per il Commercio Elettronico” emanato dal Ministero dell’Industria, del Commercio e dell’Artigianato in data 30 luglio 1998, consultabile sul sito http://www.minindustria.it/.

[2] Cfr. SCHNEIDER G.- PERRY J., Commercio Elettronico, op. cit., pag. 2.

[3] Cfr., tra gli altri, FABIAN M., Il commercio elettronico Business to Consumer in Italia: analisi teorica ed empirica del fenomeno, Tesi discussa alla Facoltà di Scienze Statistiche, Università di Padova, A.A. 1998-99, pag. 27.

[4] Queste ultime, dette M.O.T.O. transaction, verranno analizzate alla fine del presente capitolo distinguendo questo tipo di commercio dal commercio elettronico e dall’utilizzo dei sistemi di pagamento elettronico.

[5] Il World Wide Web (WWW) sfugge ad una precisa e sistematica definizione, possiamo considerare il WWW, unitariamente, come un archivio ipermediale distribuito, accessibile attraverso la rete Internet. Quindi www e Internet non coincidono essendo il primo solo uno dei tanti utilizzi possibili del secondo. È un sistema ipertestuale con una struttura non sequenziale, costituito mediante varie porzioni di documenti multimediali collegate tra loro e quindi consultabili seguendo i collegamenti da una porzione all’altra. Le componenti tecnologiche del WWW, sono il linguaggio HTML, l’individuazione di risorse multimediali mediante URL, il protocollo applicativo http. Si rimanda a http://www-ictserv.poliba.it/disciascio/appunti_internet.htm.

[6] Cfr. TARGA G.- TROIANO L., Memorandum sul “commercio elettronico”, aspetti legali e fiscali, 1999, disponibile al sito http://www.commercenet.it/targa311099.doc, pag. 33: “Internet ha trovato larga diffusione nel mondo degli affari e consente quello che oggi viene definito commercio elettronico”.

[7] OCDE/GD (97) 185, Measuring Electronic Commerce Organizations for Economic co-operation and Development, http://www.oecd.org/dsti/sti/it/ec/prod/E_97-185.HTM.

[8] VINCENTI M., E-commerce-Riferimenti legislativi, 2001, http://www.e-com-qualitymark.it/articoli/cosa_e_pag2.htm. Si nota, però, una sottile contraddizione in questo testo tra la definizione presentata e l’affermazione: “L’e-commerce non è niente di nuovo, basti pensare alle carte di credito, al bancomat, ai servizi finanziari o più semplicemente al telepass.” Analoga la tesi di FABIAN M., Il commercio elettronico Business to Consumer in Italia: analisi teorica ed empirica del fenomeno, op. cit., che a pag. 26 sostiene che “…il commercio elettronico è quella forma di scambio di prodotti e servizi[…]che avviene attraverso la Rete Internet”, mentre a pag. 27 si legge: “Forme di commercio elettronico, sempre fuori dalla Rete, ne esistevano già altre: le vendite televisive via etere e cavo, attraverso la televisione interattiva e su cataloghi su CD-ROM.” In entrambi i casi non è adeguatamente spiegato il motivo del dualismo tra la definizione scelta e la considerazione successiva.

[9] ASSOCIAZIONE ITALIANA INTERNET PROVIDERS (AIIP), Codice di Autoregolamentazione per i servizi Internet, http://www.aiip.it/autoreg.html.

[10] Nel caso infatti il modem del cliente si mettesse in contatto direttamente con il modem del negoziante, telefonando invece che al provider, direttamente al suo numero, si escluderebbe la rete Internet e si verrebbe a creare una rete c.d. chiusa (senza la possibilità di altri di interagire dall’esterno).

[11] SCOTT W.- MURTULA M.- STECCO M. (a cura di), Il commercio elettronico, verso nuovi rapporti tra imprese e mercati, ISEDI-UTET, Torino, 1999, pag. 28.

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