Le aziende che vendono direttamente ai consumatori (B2C, Business to Consumer), oltre ai vari adempimenti previsti quando si vende un bene mediante Internet (e dunque si conclude un contratto a distanza), devono garantire, nella maggior parte dei casi, il diritto di recesso al consumatore: questi, per legge, ha diritto di cambiare idea, entro 10 giorni lavorativi, ottenendo nuovamente quanto ha pagato.
Inoltre, il venditore deve fornire al consumatore diverse informazioni, fra cui l’esistenza del diritto di recesso e le modalità con cui esercitarlo, e deve rimborsare le somme versate da quest’ultimo, comprese quelle versate a titolo di caparra. Il rimborso deve avvenire gratuitamente ed entro trenta giorni dalla data in cui il professionista è venuto a conoscenza dell’esercizio del diritto di recesso da parte del consumatore.
Se l’azienda ostacola l’esercizio del diritto di recesso oppure fornisce informazione incompleta o errata o comunque non conforme sul diritto di recesso da parte del consumatore e/o non rimborsa al consumatore le somme da questi eventualmente pagate, è punita con la sanzione amministrativa pecuniaria da tremila euro a diciottomila euro.