Il Trust italiano, o, per meglio dire, l’associazione di professionisti che applicano l’istituto del Trust in Italia, ha deciso di utilizzare la blockchain per dare maggiore certezza e trasparenza alle operazioni compiute.

In particolare, l’impiego della blockchain è finalizzato ad assicurare ai documenti i caratteri di certezza della data, immodificabilità e opponibilità verso terzi.

Come vedremo di seguito, infatti, la blockchain sarà utilizzata per cristallizzare e rendere immodificabili alcune attività di gestione del patrimonio del trustee, ossia il professionista incaricato di gestire i beni conferiti con l’istituto del Trust.

 

L’istituto del Trust

Il Trust è un istituto di origine anglosassone, non previsto dal nostro ordinamento, che permette di separare e tenere distinti per tutta la durata dello stesso, alcuni beni, di solito beni immobili, dal patrimonio di un determinato soggetto.

I beni prescelti vengono dunque affidati ad un professionista o ad una persona giuridica, affinché li gestisca per un determinato periodo di tempo, nonché per garantire il raggiungimento di un obiettivo specifico o una particolare finalità.

Il Trust vede coinvolte tre figure principali: il disponente (o settlor), il trustee e il guardiano (o protector).

Il settlor è colui che decide di dividere il proprio patrimonio in due entità distinte, per destinarne una alla realizzazione di un determinato obiettivo: le finalità possono essere le più disparate, si va dalla tutela dei beni dal rischio imprenditoriale, alla tutela del patrimonio per finalità successorie. Affinché, però, i beni possano essere conferiti in Trust, è necessario che il disponente sottoscriva un atto istitutivo di Trust e un atto con cui conferisce i beni al trustee.

Una volta istituito il Trust, il trustee diventa proprietario dei beni presenti nel fondo ed è tenuto a gestirli secondo le istruzioni che ha ricevuto dal disponente.

Il trustee è quella persona, fisica o giuridica, che si occuperà per tutta la durata del trust di gestire il patrimonio trasferitogli, per perseguire le finalità e gli obbiettivi individuati dal disponente.

Si noti, ed è questo uno dei punti salienti dell’istituto, che i beni conferiti al trustee diventano di sua proprietà, ma non entrano a far parte del suo patrimonio personale: restano comunque distinti e non possono essere aggrediti dai creditori del trustee né da quelli del disponente.

L’ultima figura cui abbiamo fatto cenno è quella del guardiano, chiamato anche protector: si tratta di una componente solo eventuale del rapporto, dal momento che il disponente può anche decidere di nominarlo in un momento successivo all’istituzione del Trust, oppure può decidere di non nominarlo affatto.

Il guardiano ha, sostanzialmente, una funzione di controllo sull’operato del trustee e deve verificare che lo stesso gestisca il patrimonio in maniera corretta.

Egli può avere dei poteri più o meno ampi, in base a quanto stabilito dal disponente, che possono essere così riassunti:

  • poteri dispositivi e di gestione, che gli consentono di revocare o sostituire il trustee;
  • poteri di vero e proprio controllo sulle decisioni prese dal trustee, in base ai quali egli è tenuto a controfirmare alcuni atti;
  • potere di impartire istruzioni al trustee per il compimento di specifici atti;
  • potere generale di controllo dell’operato del trustee e della corretta esecuzione di quanto stabilito nell’atto istitutivo del Trust.

Per quanto di interesse in questa sede, occorre precisare che il trustee ha l’obbligo di annotare tutti gli atti di amministrazione e gestione del patrimonio in un apposito registro, che verrà poi regolarmente visionato e sottoposto al vaglio del guardiano, qualora venisse nominato.

Proprio l’esigenza di garantire una regolare tenuta di tale registro e rendere possibile un successivo controllo ha spinto i professionisti italiani, che operano nel settore del Trust, a decidere di adottare la blockchain come strumento di ulteriore garanzia.

 

L’impiego della blockchain nel Trust

Come accennato, il trustee è tenuto, fin dal momento in cui viene nominato, a redigere e tenere costantemente aggiornato un registro, chiamato anche “Libro degli eventi del Trust”, in cui vengono annotate tutte le vicende che riguardano la gestione del patrimonio. Si tratta, in particolare, di tutti gli atti posti in essere e di tutti gli avvenimenti che coinvolgono i beni costituiti in Trust.

Per fare solo qualche esempio, vengono annotati: l’istituzione del trust, i dati del trustee e del guardiano, le eventuali sostituzioni della due figure, gli acquisti e le alienazioni relative al patrimonio, gli investimenti effettuati, il loro rendimento, etc.

Il registro dà indicazioni sulle modifiche e sullo “stato di salute” del patrimonio e rappresenta uno strumento fondamentale non solo per il trustee stesso, ma anche per gli eventuali beneficiari e per il guardiano.

Il primo potrà dimostrare, infatti, esibendo le scritture, che il suo operato è stato sempre trasparente e volto al perseguimento degli obbiettivi per i quali è stato preposto; gli eventuali beneficiari, potranno sempre vigilare sulla corretta gestione del patrimonio e chiedere conto al trustee del suo operato. Infine, anche per il guardiano, allo stesso modo, il registro risulta indispensabile per avere un quadro sempre aggiornato delle scelte compiute dal trustee.

Proprio la consapevolezza di quanto sia importante la tenuta di un registro affidabile, che rispecchi il più possibile quella che è la vita del patrimonio e le sue vicende modificative, ha spinto i professionisti italiani che si occupano di Trust ad adottare la blockchain per la registrazione dei dati.

Più precisamente, le blockchain di Ethereum e Bitcoin saranno utilizzate per garantire l’inalterabilità dei dati inseriti nel registro degli eventi. Infatti, grazie alla caratteristica di immutabilità di tali strumenti, sarà possibile per chiunque, e in particolare per i beneficiari del Trust e per i guardiani, conoscere qualsiasi modifica che venga apportata al registro stesso.

Dunque, con l’adozione delle blockchain pubbliche di Ethereum e Bitcoin, la corretta gestione dei patrimoni e la perfetta rendicontazione delle operazioni non sarà affidata solo allo scrupolo del singolo professionista, ma avrà un ulteriore sigillo fornito dalla tecnologia.

Da ultimo, ogni dato inserito nella catena logica avrà una data certa e risulterà pertanto opponibile ai terzi, ossia sarà efficace anche nei confronti di soggetti diversi e estranei al Trust istituito.

 

La consultazione pubblica per elaborare una strategia nazionale basata su registri distribuiti e blockchain

L’apertura del Trust nei confronti della blockchain si verifica proprio nel momento in cui è in corso la consultazione pubblica volta a raccogliere osservazioni e suggerimenti degli stakeholder sulla “Strategia nazionale in materia di tecnologie basate su registri condivisi e Blockchain”.

Occorre ricordare che già nel gennaio 2019 il MISE (Ministero dello Sviluppo Economico) aveva selezionato un gruppo di esperti che, collaborando con il Ministero stesso, avrebbero dovuto individuare una strategia nazionale di sviluppo per progetti legati alla blockchain e all’intelligenza artificiale.

La consultazione pubblica del mese di luglio 2020 rappresenta l’iter conclusivo di questo progetto.

Oggetto della consultazione sono state le proposte effettuate dai 30 esperti nominati dal Ministero, volte a:

  • dotare l’Italia di un quadro normativo competitivo;
  • incrementare gli investimenti sui registri distribuiti e le tecnologie correlate;
  • proporre nuove applicazioni di tali tecnologie;
  • promuovere la consapevolezza e l’informazione dei cittadini;
  • favorire la ricerca e la formazione di figure esperte del settore.

Al termine della consultazione pubblica, ormai imminente, il Governo potrà completare la redazione della Strategia nazionale su blockchain e registri distribuiti.

Si tratta sicuramente di un momento di grande fermento per l’esplorazione delle potenzialità di tali tecnologie.

 

Redazione Diritto dell’informatica

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