
Le critiche che sono piovute sul sito, dalla sua apertura sino alla sua disattivazione, sono state sin da subito numerose. Esse erano relative sia alla sua forma (ad es., la veste grafica) che alla sua sostanza (fra cui la qualità del contenuto), senza contare poi la "pesantezza" (da un punto di vista tecnico) del sito e la mancata rispondenza a quanto previsto dalla legge Stanca sulla accessibilità dei siti web.
La parte peggiore, e più contestata, riguarda tuttavia il problema del suo costo: viene riportato uno stanziamento di oltre 50 milioni di euro…anche se, trionfalmente (!), è stato detto che ne sono stati spesi "solo" 7. Come sia possibile spendere quasi 14 miliardi delle vecchie lire per quel sito appare una domanda cui non è facile rispondere. In argomento consigliamo la lettura di un altro sito: scandaloitaliano.wordpress.com, incentrato proprio sul discusso portale.
Sul medesimo sito è possibile leggere una stima delle varie somme che portano al complessivo stanziamento destinato ad Italia.it:
"- 45 milioni (20 per realizzazione+promozione; 21 alle regioni per contenuti; 4 per contenuti “redazione nazionale”);
– 2,1 milioni (contributo dalle regioni del 10% su 21 milioni a loro destinati);
– 9 milioni (da fondi Ministero Ambiente);
– 2 milioni per promozione del portale;
TOTALE: 58,1 milioni di euro".
Per il presente, la decisione di staccare tutto e di buttare al vento quanto sinora fatto sembra affrettata e forse volontà di aspettare che si abbassi il polverone: sarebbe stato più giusto lasciare on line il sito, visto che è comunque costato un bel pò di soldi (pubblici). Purtroppo, esso concretizza una esperienza negativa di e-government.
Per il futuro, forse un giorno avremo un "nuovo" italia.it: creare un portale sul turismo italiano non è un compito impossibile, viste le bellezze artistiche del nostro paese non ci sono certo problemi di contenuti!