
Il Garante per la protezione dei dati personali ha infatti emanato un comunicato stampa in risposta ad alcune segnalazioni pervenutegli. Ha così invitato televisioni e giornali ad adottare tutte le cautele possibili affinché, nei servizi giornalistici dedicati al tema del disagio sociale e della povertà, non vengano rese riconoscibili le persone oggetto dei servizi, a meno che non via sia un loro esplicito consenso. E’ infatti capitato che queste persone siano state ritratte mentre frugavano nei cassonetti dei rifiuti o in situazioni che rivelano comunque, anche nello svolgimento di normali attività quotidiane, uno stato di indigenza e sofferenza sociale.
Nel comunicato stampa si legg che "è giusto e necessario documentare situazioni di disagio sociale e povertà, ma questo non deve far dimenticare ai media che la dignità della persona deve essere sempre e comunque tutelata".
Poiché dietro queste realtà ci sono problemi economici, sociali, affettivi, e spesso psichici, l’Authority ha quindi ritenuto doveroso chiedere a tutti gli organi di informazione una maggiore attenzione.
Ad esempio, in special modo nei servizi televisivi, bisogna evitare di insistere sul sul volto delle persone e cercare – per quanto possibile – di non renderle facilmente identificabili, a meno che non vi sia un consapevole consenso da parte degli interessati.
Il dovere di informare, e il diritto dell’opinione pubblica a conoscere ed essere informata su fenomeni di forte impatto sociale, va comunque contemperato con il diritto di ogni individuo a non vedersi esposto in momenti di difficoltà con immagini che possono ledere la sua dignità.