
I condannati, di nazionalità romena, sono molto giovani: 19 e 20 anni. Essi facevano parte di un’organizzazione criminale che operava tra l’Est europeo e l’Italia ed erano stati “ingaggiati” per la loro esperienza in ambito informatico.
La truffa veniva posta in essere mediante l’invio di messaggi di phishing a moltissime caselle email. Tali messaggi venivano spacciati per comunicazioni inviate dal servizio di assistenza di Poste Italiane (per rendere più convicenti le email, esse presentavano i colori e il logo di Poste Italiane) e contenevano l’invito a seguire link e compilare form con i propri dati: le informazioni così acquisite consentivano ai truffatori di avere pieno accesso ai conti on line dei malcapitati.
Successivamente essi spostavano il denaro presente in tali conti su carte di debito, che venivano poi utilizzate in casino on line per acquistare fiches.
La Guardia di Finanza di Milano e la Polizia Giudiziaria, le cui indagini sono state coordinate dal Sostituto Procuratore di Milano Francesco Cajani, si sono però rese conto della truffa e hanno intrapreso una operazione denominata “Phish & Chip” che ha portato all’individuazione di ben 26 soggetti (fra italiani e rumeni) presunti implicati nella medesima truffa e divisi in due associazioni a delinquere. Secondo gli investigatori, circa 70.000 euro sono stati indebitamente sottratti ai correntisti.
I due giovani phisher sono stati poi arrestati e, come accennato, hanno patteggiato la loro condanna: sconteranno 37 mesi di reclusione. Tramite i loro genitori hanno risarcito di 10.000 euro i correntisti truffati e hanno redatto una lettera di scuse indirizzata alle forze di polizia italiane e romene.
Il capo di una delle due organizzazioni e altri membri della seconda erano stati condannati con rito abbreviato. Il capo della prima associazione a delinquere è stato condannato a 37 mesi di carcere e a risarcire una somma di denaro a parziale compensazione degli utenti truffati.
Fonte: Punto Informatico.