Stop, quindi, a trojan di stato e alla possibilità di avere backdoor di accesso da remoto alle informazioni memorizzate sui computer o alle comunicazioni effettuate on line.
Secondo Hans-Juergen Papier, presidente della Corte, “raccogliere dati di quel tipo in modo così diretto comprime i diritti del cittadino perché che la paura di essere monitorati può impedire che le comunicazioni personali spontanee abbiano luogo". "Vista la gravità dell’intrusione, l’infiltrazione surrettizia in un sistema informatico in un modo che consenta la perquisizione del sistema stesso e dei dati in esso contenuti, è possibile, in ottemperanza a quanto previsto dalla Costituzione solo ed esclusivamente dietro prova evidente di una minaccia concreta ad un bene giuridico degno di elevata protezione".
In tal senso, solo ragioni di sicurezza nazionale e di tutela dell’incolumità pubblica potrebbero giustificare condotte tanto invasive. Esse, comunque, possono avvenire in casi eccezionali e solo se previamente autorizzate da un magistrato.
Tale decisione, dunque, potrebbe bloccare quei tentativi, riportati alcuni mesi fa, di estendere a dismisura i poteri investigativi delle forze dell’ordine tedesche mediante l’emanazione di leggi ad hoc che potrebbero legalizzare trojan di stato per monitorare gli hard disk e la vita on line di presunti terroristi, riempiendo i server della polizia di informazioni preziose.
Secondo il Ministro della Giustizia Brigitte Zypries la sentenza "rafforza la fiducia dei cittadini e del sistema economico nell’integrità e nella riservatezza dei sistemi informatici".
Il Ministro degli Interni Wolfgang Schaeuble ha accolto con favore la decisione: con essa “avremo un’accettazione più ampia per la legge di quanto non possa accadere se il Ministero degli Interni dice le stesse cose. Spero che la scarsa sicurezza percepita dai giovani trovi una risposta in questa decisione, dimostra che il nostro governo protegge i diritti delle persone". Invero, la sentenza sembra contraddire le volontà dello stesso Schaeuble di aumentare le possibilità di intercettazione…
Anche l’industria informatica tedesca si è mostrata d’accordo; il segretario dell’associazione BITKOM, Bernhard Rohleder, ha affermato che "ora ci sono le basi per un futuro dibattito sulla sicurezza e sull’Information Technology".