garante privacy e dtt

Per agevolare il passaggio dall’analogico al digitale terrestre, è prevista la possibilità di usufruire di un contributo statale per l’acquisto di un decoder digitale terrestre. Ma ciò solo per alcune regioni e solo qualora sussistano determinati requisiti. Tuttavia, la comunicazione dei dati dei potenziali destinatari del contributo per l’acquisto del decoder è legittima o viola il Codice della privacy?

Il Garante per la protezione dei dati personali ha dato via libera alla richiesta del Ministero dello sviluppo economico di consentire all’Agenzia delle Entrate la trasmissione a Poste Italiane, anche per il triennio 2010-2012, dell’elenco dei codici fiscali dei potenziali destinatari del contributo statale per l’acquisto di decoder digitali. Il Garante ha tuttavia stabilito che l’Agenzia delle Entrate possa trasmettere a Poste italiane i soli codici fiscali degli abbonati Rai residenti nelle aree di volta in volta interessate al passaggio al digitale.

Nel motivare il suo parere favorevole (di cui è stato relatore Mauro Paissan), il Garante privacy ha riconosciuto che la comunicazione a Poste Italiane dei dati dei possibili beneficiari risulta necessaria per l’erogazione del contributo da parte del Ministero dello sviluppo economico e rientra quindi nelle funzioni istituzionali che il Ministero è chiamato a svolgere. Il documento sottoposto al Garante tiene conto delle misure prescritte in un precedente provvedimento (doc web. n.1612009) e offre idonee garanzie anche di carattere tecnologico per il trattamento dei dati personali.

Il contributo, previsto in favore delle famiglie economicamente o socialmente svantaggiate, permette una riduzione sul prezzo del decoder effettuata nei confronti dell’acquirente direttamente dal rivenditore, che sarà poi rimborsato da Poste Italiane S.p.a. per conto del Ministero sulla base di un’ apposita convenzione.
Destinatari del contributo saranno abbonati Rai, in regola con il pagamento del canone, residenti nelle aree interessate al passaggio al digitale, con un reddito inferiore ai 10.000 euro e un’età superiore ai 65 anni.

Fonte: Garante per la protezione dei dati personali.

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