
La truffa si basava su migliaia di ricariche telefoniche fraudolente poi “scaricate” con chiamate a numeri preceduti dal prefisso 899 creati ad hoc in modo da monetizzare il traffico sottratto illegalmente alla ben nota compagnia di telefonia mobile TIM.
In altri termini, il traffico contenuto nelle ricariche telefoniche veniva speso per chiamare i costosi numeri preceduti proprio dal suddetto prefisso.
Le indagini si sono protratte per oltre diciotto mesi e sono state condotte dal GAT Nucleo Speciale Frodi Telematiche della Guardia di Finanza, dalla Squadra Mobile della Questura di Firenze e del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza.
Il GAT è il reparto specialistico della Guardia di Finanza deputato al monitoraggio della rete Internet per prevenire, ricercare e perseguire gli illeciti di tipo economico-finanziario.
In seguito alle indagini di cui sopra, 5 persone sono state arrestate in flagranza di reato, 6 persone sono state fermate e altre 29 sono state denunciate. Inoltre, sono state poste sotto sequestro 45 aziende di servizi nel settore delle telecomunicazioni, sono state individuate 10 società estere coinvolte e sono stati bloccati circa 70 conti correnti bancari per l’equivalente di ben 50 milioni di euro.
Il fatto che siano coinvolte anche società estere, però, renderà più difficile il recupero delle somme indebitamente sottratte.
L’operazione ha visto il coinvolgimento della Guardia di Finanza e della Polizia di Stato su tutto il territorio nazionale ed è stata diretta dai magistrati della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli. 153 le pattuglie coinvolte (per un totale di oltre 410 poliziotti e finanzieri in azione), che hanno dato luogo a 72 perquisizioni locali e domiciliari a Ancona, Arezzo, Firenze, Grosseto, Milano, Napoli, Palermo, Perugia, Pescara, Rimini, Reggio Calabria, Roma, Torino e rispettive province.
Coordinati dal Comando delle Unità Speciali, le Fiamme Gialle hanno analizzato una notevole mole di tabulati, incrociato dati e informazioni eterogenee comunque utili, acquisendo – con l’ausilio del Servizio Centrale Investigazioni Criminalità Organizzata (SCICO) – prove filmate delle attività criminali poste in essere da personale addetto alle pulizie negli stabili del Centro Direzionale di Napoli.
Appurato il perpetrarsi della truffa, TIM ha informato via SMS i propri utenti, invitandoli a diffidare di eventuali messaggi truffaldini che promettevano di far aumentare il credito disponibile con una chiamata diretta ad una numerazione telefonica a sovrapprezzo.